1. Le Origini

 

 

Il suo etimo � variamente discusso e prevalentemente individuato nelle combinazioni "TERMINE", punto estremo di regioni e possedimenti, e "THERMULAE", attribuita per la particolare natura del luogo.

Quest'ultima denominazione si riscontra nell'antichissimo stemma della citt�. "CIVITAS THERMULARUM" per antiche scaturigini di acque termali scomparse per terremoti.

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Le origini di Termoli si perdono nel tempo: nessuna tradizione ci precisa quando fu fondata, quantunque dai ruderi ancora rimasti � lecito argomentare ch'essa fu antichissima citt� frentana, fiorente al tempo dell'Impero Romano, quanto, se non pi�, delle citt� sorelle Buca, Histonio e Larinum.

Altri sostengono che la sua origine � da rifarsi ai Goti, quando nel 412 d.C., dopo aver distrutto Cliternia ed altri centri, costrinsero quegli abitanti a fuggire sul vicino promontorio fondando Termoli.

Durante il Medioevo, quale cittadina di mare, sub� molti assedi e fu distrutta dai Saraceni nell'827 e da Lotario III nel 1173.

Nota al tempo dei Longobardi, come possedimento dei Duchi di Benevento - Zottoni e Arechi II - durante la dominazione dei Franchi fu assegnata al Ducato di Spoleto. Successivamente Federico II la rese inespugnabile fortezza.

Come se non bastasse, nel 1456 la citt� fu devastata dal terremoto e quello che rimase in piedi fu donato da Ferdinando d'Aragona ad Andrea di Capua. Nel 1566 fu preda dei turchi di Pialy Pasci� per completare l'opera di distruzione.

Dimenticata per due secoli e mezzo dagli invasori, la cittadina reag� finalmente alla conquista napoleonica anche se il gesto diperato non serv� a nulla.

 

2. I Luoghi

 

 

Il Borgo Antico

E' una penisola ricca di fervido misticismo, che vide nel secolo XIII il crociato Olivieroinginocchiarsi prima di salpare per l'Oriente; prediletta da Dio perch� rigurgita nell'anelito di fede dei suoi due martiri San Basso e San Timoteo.

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Non tutto muore in un popolo; il quale certamente non vive isolato e fuori il consorzio delle altre genti: esso fa parte della umanit� del tempo, contribuendo con la sua quota al comune movimento storico; e quando cessa di avere propria personalit�, ha gi� fatto il suo testamento ai posteri la sua pi� o meno ampia eredit�.

E' per� la moderna civilt� intanto esiste in quanto fu preparata dall'opera degli antichi popoli, specialmente greco e romano, e non � che la risultante delle precedenti civilt�.

E' per questo che noi sentiamo fluire nelle nostre vene la vita delle passate generazioni, prendiamo vaghezza di interesse a conoscere le vicende storiche, e cerchiamo e conserviamo ogni avanzo di antichit� con la relgiosa poet� del figlio, che raccoglie e salva tutto ci� che ricorda il padre.

 

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La Cattedrale

La costruzione delle sue prime mura, risale al 575 d.C., fu eseguita sulle rovine di un tempio romano dedicato a Castore e Polluce, al tempo del Ducato Longobardo di Benevento, quando Termoli fu eletta a capoluogo di Contea.

Di questa prima costruzione longobarda, dopo l'ncursione saracena dell'827, i terremoti del 1117 e del 1125, il saccheggio di Lotario III nel 1173, rimane ben poco, ad eccezione della traccia delle absidi, ora cripta della Cattedrale di moderna costruzione, e degli interessantissimi mosaici tricromi (bianco, rosso e nero), a 82 cm sotto l'attuale pavimento della chiesa. L'uomo che nel sec. XII ha riedificato questo insigne monumento, che ha saputo cos� bene armonizzare nell'insieme le linee architettoniche e contemperarle nel grande magistero dell'arte, � sconosciuto a molti termolesi. Egli � Alfano, nostro concittadino.

Definita "regina e madre di tutte le chiese", racchiude due inestimabili tesori: il corpo di San Basso Vescovo di Nizza, martirizzato sotto Decio e Valeriano nel 254 d.C., e quello di San Timoteo discepolo di San Paolo, portato dalla Bitinia dal crociato Oliviero da Termoli nel 1205.

 

 

Il Castello

Malgrado alcune trasformazioni subite nel corso dei secoli, il Castello di Termoli, con la base a formo di tronco di piramide quadrangolare con ai quattro vertici delle torricelle cilindriche di vedetta al di sopra una poderosa torre quadrata con avanzi di merlature, esempio di fortificazione medievale, � uno dei pochi che conserva la maschia bellezza.

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Come si presenta attualmente avendo perduto molti elementi, porta, ponte levatoio, ferritoie ed altro, � difficile poter stabilire se risale ad epoca Normanna o addirittura ad epoca anteriore. Nel 1799 la reazione borbonica se ne serv� come carcere e vi languirono nelle sue caverne 300 termolesi, martiri della libert�, nel cui petto il verbo di Rosseau aveva acceso la fiamma della libert� e l'odio per la tirranide.

Nel 1885 l'On.le Coppino, Ministro della Pubblica Istruzione, lo dichiara Monumento storico di interesse nazionale. Nel 1909 venne installata sulla torre quadratauna stazione semaforica della Marina Militare, deturpando cos� i rapporti volumetrici del Castello. Oggi esso � il Sacrario dei caduti termolesi della 2a guerra mondiale e specola metereologica dell'Areonautica Militare.

Il Castello costituisce, tra i monumenti, una testimonianza culturale di un valore particolare, per la sua importanza di varia natura: archeologica, storica e monumentale.

 

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'A Madonn' A LLunghe

La chiesa Maria SS. della Vittoria in Valentino venne costruita nell'anno 1545 dai Padri Cappuccini su sollecitazione dei cittadini. Essa dista 2 Km dall'abitato.

La chiesetta sorge sul luogo pi� elevato della valle del Sinarca, su di una amena collina avvolta dal leggero zeffiro profumato di tamerici della vicina costa.

Sull'altare poggia un dipinto anonimo del 1500, che secondo la tradizione raffigura Maria SS.ma della Vittoria.

La festa che ha luogo presso il Santuario il marted� dopo Pasqua ha origine remote. Essa risale agli avvenimenti che videro la zona attacata dai Turchi.

 

La Torre Saracena

Da un manoscritto italiano esistente presso la biblioteca nazionale di Parigi, in microfilmato, rileviamo che l'uso di torri isolate lungo le coste a scopo di difesa e di segnalazione era in auge fin dall'epoca pre-romana, forse pi� allo scopo di segnalare l'avvicinarsi del pericolo ai borghi e ai villaggi dell'interno, che a quello di difendere spiagge spopolate dalla malaria e dalle frequenti e non contenute incursioni barbaresce.

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Nome: Sinarca
Armi: 1 falconetto, 1 smeriglio
Distanza in miglia verso nord: 4
Sito nel territorio di Termoli

All'inizio del 1500 le persistenti minacce dal mare, la deficienza di segnalzioni e di posti fortificati alle foci dei corsi d'acqua dove le navi pirate si rifornivano, aggravavano le situazioni delle campagne e dei centri abitati. Nel 1532 il Vicer� di Napoli don Pietro di Toledo ordin� la costruzione di nuove torri in tutto il regno con scarsissimi risultati. Infatti nel 1563 il successore vicer� duca l'Alcal� don Parafan de Ribera riconferm� l'ordine di costruzione generale di torri marittime in tutte le coste del regno, integrata dall'esprorpio e passaggio alle dipendenze statali di tutte le fortificazioni preesistenti.

Tra l'anno di costruzione e il compimento dei lavori trascorsero diversi anni,.

 

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AI SUOI EROI DI TERRA E DI MARE NELLA GRANDE GUERRA DELLE NAZIONI MORTI SANTAMENTE PER L'ITALIA INSEGNANDO AI CONCITTADINI CHE DIFENDERE LA PATRIA E' DOVERE MORIRE PER LEI E' VIVERE ETERNO  TERMOLI RICONOSCENTE

Il Monumento ai Caduti

Il monumento ai caduti termolesi della grande guerra di redenzione, appare solenne e maestoso nella sua sobria ed austera bellezza, nell'ampia piazza Vittorio Veneto.

Un piedistallo di pietra bianca sorregge un gruppo bronzeo, rappresentante un milite romano, che s'aderge fieramente col petto, nell'atto di difendere con la daga una Matrona (personificazione di Termoli) la quale posa la mano in segno di protezione sul capo del legionario. Entrambe le figure schiacciano col piede un mostro marino, l'odiato nemico.

 

 

3. Gli Avvenimenti

 

La Processione di S. Basso a Mare

Ogni anno nel nostro mare ha luogo la tradizionale procesione in onore di S. Basso, Vescovo di Nizza, martirizzato nella Gallia transalpina, protettore dei pescatori di Termoli.

Ospiteare la statua del Santo sulla propria barca, � il vivo desiderio di ogni marinaio. Pertanto la designazione viene fatta a sorte alcuni giorni prima della solenne manifestazione, che come � noto ricorre il 3 Agosto.

L'imbarcazione del Santo, addobbata a festa, salpa dal molo di soplaflutti, seguita da centinaia di natanti imbandierati e sovracarichi di fedeli del luogo e dei paesi vicini. Ad accrescere lo spettacolo caratteristico e commovente si levano dalle

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trombe del complesso musicale gradevoli note di inni religiosi.

Lo sguardo di chi partecipa e di chi osserva si intreccia in quell'atmosfera festosa da mare e terra e da terra a mare, quasi a testimoniare il legame del navigante con chi aspetta sulla terra sotto il segno dell'affetto e della fede.

Nel pomeriggio il Santo rimane in austero silenzio, patrono vigile delle sue acque. A sera � ospite del Mercato Ittico, luogo prescelto dai pescatori dove quotidianamente si incontrano per portare il frutto delle loro fatiche.

Li resta fino al giorno successivo, quando il popolo gli rende onore con la processione per le vie della cittadina.

 

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La Sagra del Pesce

L'ultima domenica di agosto si svolge la manifestazione della Sagra del Pesce nel piazzale dinanzi al mercato ittico, ed accende impeti di allegria fino a quando palmizi pirotecnici chiudono la festa a notte fonda.

Sin dal presto pomeriggio una grande padella inizia a far scoppiettare l'olio finissimo delle ubertose colline molisane.

Giovinette in camicie bianco, con gli occhi rivolti nella padella hanno tra le mani un'asta di legno alla cui estremit� trovasi un cestello di rete per togliere a giusta cottura le squisite triglie (agostinelle) dell'Adriatico.

Lunghi banchi colmi di vassoi confezionati, e graziose fanciulle figlie di pescatori, distribuiscono alla folla festosa, che s'affretta ad accaparrarsi il tavolo vicino al birraio, mentre l'orchestra intona canzoni. Al tutto fanno cornice i due bracci del molo illuminati, chiudendo cos� lo specchio d'acqua e formando una grande padella.

Tutte le finestre del borgo marinaro dono adornate di lampioncini veneziani con colori fantasmagorici.

A tarda ora iniziano a scoppiettare girnadole e fontanelle poste su chiatte a mare, ed illuminano il cielo bombe dai colori argento, carminio e cobalto nel formidabile finale che sembra far cadere le case del borgo.

 

 

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Aggiornato il: mercoled� 09 giugno 1999

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Molto del materiale � preso da "A spasso per Termoli ieri e oggi"